FOOD · Senza categoria

Brownies cioccolato e noci

Oggi abbiamo fatto una chat l’azione con Sofia la compagna di classe di Penelope che ci ha insegnato a fare i brownies e li voglio aggiungere al nostro ricettario.

INGREDIENTI

• farina 00 150 gr • zucchero 200 gr • cioccolato 200 gr • burro250gr • 2 uova • cacao amaro 40 gr • lievito per dolci 1/2 (mezzo) cucchiaino . • sale 3 gr noci quanto basta

PROCEDIMENTO

Unire in una terrina uova e zucchero con una frusta elettrica montare fino a che il composto non risulta spumoso. Sciogliere il burro e lasciarlo intiepidire, miscelarli al cacao amaro fino a che la miscela non e’ liscia. Unire il composto spumoso di uova e zucchero con il composto burro e cacao amore quando risultano ben amalgamanti aggiungere la farina e il lievito. Mischiare bene dal basso verso l’alto. Aggiungere le noci il cioccolato a pezzetti. Versare il composto in una teglia rettangolare formato A4 informare forno ventilato 180 per 25/30 minuti controllare e sfornare secondo cottura. Sciogliere a bagnomaria il cioccolato rimasto e decorare a piacere.

FOOD · Senza categoria

Pesto di rucola e tofu

Le nostre nonne tenevano un meraviglioso libro dove appuntavano tutte le loro ricette segrete. Noi ai tempi moderni ci affidiamo al computer e così abbiamo a disposizione pagine e pagine bianche per archiviare le nostre ricette preferite.

INGREDIENTI

Stasera per noi linguine al pesto di rucola e tofu.

• 150 g rucola fresca. • 100 g di tofu al naturale. • 100 g anacardi. • 75 g di basilico • 1 pizzico di sale. • olio extravergine di oliva q.b.

difficoltà: facile. persone: 4 preparazione: 20 min cottura: 5 min kcal porzione: 410

Il pesto di rucola con tofu è un condimento molto semplice da preparare, una variante del classico pesto preparato senza formaggio grattugiato adatto anche a chi non consuma alimenti di origine animale. ( vegan )

PREPARAZIONE

Tostate gli anacardi per cinque minuti in una padella antiaderente facendo attenzione a non bruciarle poi versatele direttamente all’interno del mixer. Unite il basilico, la rucola e il tofu, aggiungete un goccio di acqua e iniziate a frullare aggiungendo olio di oliva quanto basta per ottenere una consistenza cremosa e omogenea. Insaporite con il sale in base al vostro gusto e utilizzate a piacere. Potete utilizzare questo condimento per preparare un primo piatto di pasta con pesto di rucola vegan oppure per insaporire crostini o tartine. Se preferite, per una variante gustosa, potete preparare il pesto di rucola e noci vegan sostituendo semplicemente gli anacardi con le noci le mandorle o anche con i pinoli.

Fonte: PRIMO CHEF

LIFESTYLE · Senza categoria

La “vita” ai tempi del Coronavirus

In questo momento… prima tutte le storie si iniziavano con c’era una volta… adesso tutto, dalla mail della scuola, al post su Facebook, alla lista della spesa inizia con : “ IN QUESTO MOMENTO”

Mi chiedo: però sarà un momento o il momento diventerà il c’era una volta? Chissa staremo a vedere.

Ma veniamo a noi.

Ripartiamo… in questo momento, se qualcuno di noi vuole avere degli amici o fa amicizia con il gatto del vicino sempre che non è infetto di Coronavirus e sempre che si riesca ad intrufolare notte tempo in casa nostra, oppure per mantenere rapporti sociali si deve rivolgere necessariamente all’online e quindi via giù di videoconferenze e considerando che il pericolo e’ sempre in agguato tua figlia anche mentre tu stai in bagno ti porta la sua migliore amica collegata in videochiamata in visita.

Insomma pressoché una tragedia!

Comunque via con il tango!!! Videoconferenze su zoom per ogni cosa, per la lezione di Italiano, di matematica e salta linea quindi passi direttamente a quella di scienze, poi c’è storia meno male scuola finita! Dopo quelle due chiacchiere su Wathsapp con l’amica non le vuoi fare? Poi a pranzo con nonna su skipe oddio sono le 14,30 parte la videolettura con la maestra, mannaggia ho perso lo Yoga online vabbè mi rifaccio alle 16,30 con lo Zumba! Venerdì muffin con le amiche, Sabato la pizza con Amici su 8×8, Domenica il pranzo in famiglia su zoom poi Skype, Wathsapp, Messenger… E un virtual tour del bagno della zia non lo vuoi fare ?

Le nostre case sono ormai diventate un delirio tecnologico. Io da brava conoscitrice della tecnologia ma fondamentalmente anti-tecnologica, per le mie figlie ho stabilito delle regole.

1) La scuola e’ necessaria di partecipa a tutte le lezioni obbligatorie anche se salta la linea se scappa la maestra o se vola l’asino tutte senza sgarri

2) Quando c’è il sole, dopo la scuola, obbligatorio il giardino con attività ludiche fuori casa. La Vit D e’ indispensabile e non la sintetizza Wathsapp!

3) Le amiche quando viene buio, un quarto d’ora al massimo e senza entrarmi al bagno in videochiamata (già successo)

4) il gatto del vicino non ci serve, se vogliamo il gatto abbiamo il nostro!

5) durante i meeting il microfono di casa mia deve essere mutato!!!!

Grazie a tutti per la visione, ma non so voi ma noi preferiamo, la scuola, le passeggiata al mare, i tramonti, i viaggi, i voli aerei. Ma intanto che stiamo a casa ci accontentiamo di Zoom, Wathsapp, Messenger e 8×8 sperando al più presto di ricominciare a scrivere… “C’ERA UNA VOLTA”.

KIDS · Senza categoria

Fare la nanna

Quando eravamo piccole ci racconta la mamma che non sempre mantenevamo un sonno prolungato, anzi, io mi svegliavo ogni ora piangendo e la Prisci voleva sempre stare attaccata come una cozza alla tetta!

Fino a 4 anni ha succhiato il latte e notte e di giorno la mamma era a sua disposizione tipo la mucca con il vitello o la pecora con l’agnello… ma questa è Un altra storia!

La mamma è il papà era abbastanza stanchi per le nostre notti in bianco, ma volete sapere una cosa dicono che la nostra infanzia è stata l’esperienza più bella della loro vita e siccome passa così in fretta sono stati felicissimi di averla potuta godere a pieno con ricordi di notti in bianco, pappine e filastrocche!

La mamma si è ricordata di aver letto da qualche parte che i bambini non riescono da soli a dormire perché hanno paura del sonno!

Mi domando “paura del sonno?”

E si! Proprio così! Paura del sonno!

Non comprendendo che poi si risveglieranno e troveranno di nuovo lì la loro mamma ad aspettarli, combattono per non lasciarla addormentandosi poi con la paura si risvegliano e questo provoca una spirale infinita di addormentamenti e risvegli. Venire al mondo e’ faticoso erano polvere di stelle fino a poco tempo prima!

La mamma dice che se coccolati e rassicurati riescono ad andare a sognare più felicemente e che se si sentono sicuri e capiscono che saremo di nuovo tutti lì ad aspettarli prima o poi si addormenteranno felici. Ma ci vuole tempo costanza pazienza e nervi saldi… è una lotta all’ultimo occhio aperto chi l’ha dura la vince!

La mamma dice che qualche canzoncina è un lunghissimo abbraccio li aiuta a raggiungere la fatina del sonno, così dalle braccia coccolose della mamma si ritroveranno direttamente sulla nuvoletta a giocare con le pecorelle.

La mamma dice che a lei è stato molto utile avere il nostro papà vicino che, anche se non si è mai alzato, con il suo russare l’ha tenuta sveglia!

Noi piano piano abbiamo imparato che per dormire basta il bacio della buona notte, una lunghissima sessione di carezze al buio e il suono del nostro fedele carillon che ci accompagna fin da quando eravamo nella pancia della mamma a ricordarci che siamo fatti della stessa sostanza dei sogni!

Ti vogliamo salutare con i consigli della pedagogista Grazia Honegger Fresco che propone, un metodo dolce di avvicinamento al sonno, basandosi sui ritmi naturali del bambino, sulla sua esigenza di essere consolato, ma anche sull’importanza di dargli dei giusti limiti. Ma soprattutto, secondo la pedagogista, bisogna fargli passare delle belle giornate, “perché una giornata buona predispone a un buon sonno”. 

Ecco 10 consigli della pedagogista:

1 Seguite il ritmo del neonato e abituatelo poco per volta al giusto ritmo sonno/veglia 

Il  ritmo sonno/veglia di un neonato dipende dall’ora in cui nasce. Infatti, se un bambino nasce alla mattina, tenderà a dormire per gran parte della giornata, con piccoli risvegli per succhiare il latte materno.Se invece nasce di notte, il primo riposo durerà fino a mattina e così per i giorni a seguire. 
Nella prima eventualità, quindi, il bimbo avrà bisogno di un tempo più lungo per riuscire a dormire di notte. Per abituarlo al ritmo notte/giorno la mamma  deve fare giorno per giorno piccoli spostamenti  di orario. L’importante è non fare modifiche troppo improvvise che disturbano il piccolo e alla fine sono controproducenti.

2 Fate attenzione che di giorno non sia iperstimolato

Il concetto fondamentale di Grazia Honegger Fresco è che la “la notte riflette molto il giorno”. Un neonato, per essere sereno, ha bisogno di passare del tempo con se stesso, a sperimentarsi e a conoscersi, attraverso giochini ripetitivi come aprire e chiudere la manina. Capita invece di bambini sballottati tutto il giorno, portati da un ambiente all’altro: nido, nonni, casa;  confusi da stimoli eccessivi: troppe parole, continue proposte di gioco da parte di adulti sempre presenti… Questi stimoli in eccesso finiscono per rendere il piccolo agitato e addirittura stressato, tanto che alla sera farà fatica ad addormentarsi.

 3 Create un rituale della nanna sempre uguale

Il bambino è abitudinario e conservatore. Quindi è fondamentale, fin dalla nascita, creare un rituale breve ma rassicurante che accompagni la messa a nanna.
Ad esempio il rituale può iniziare tra le 18 e le 20 con un bagnetto che deve essere piuttosto caldo (38 °C) e prolungato: 15, 20 minuti. Poi indossa il pigiamino, segue una cena leggera. Dopo mangiato niente giochi vivaci e in cameretta i genitori gli possono cantare una canzoncina (a voce bassa) o leggergli un libretto.Una volta spenta la luce, gli si può rimanere accanto in silenzio, con una mano sul corpo e facendogli qualche lieve carezza sulla schiena o sul capo. Devono essere gesti lievi e di breve durata.Si risveglia di notte? Non prendetelo subito in braccio, non accendete la luce né portatelo in soggiorno. Ma ripetete nell’oscurità naturale della casa gli stessi gesti, parlate poco e a bassa voce. Mantenendo abitudini calme, rassicuranti e ferme, il bambino si adeguerà senza soffrire.“La risposta pacata e tranquilla della madre è il miglior balsamo lenitivo e rafforzante. Le neomamme non devono farsi prendere dall’ansia, ma cercare una tranquilla serenità. La ripetitività è il mezzo migliore per dare al piccolo quel quieto conforto che previene ogni timore di abbandono”. Se il rituale necessita dei cambiamenti, è sempre meglio proporli a piccole dosi.

4 Fatelo dormire vicino a voi almeno fino all’anno di età

Si può tenere la culla vicino al letto dalla parte della mamma.Il bambino potrà essere messo in un’altra stanza solo a partire da un anno di età. Tale raccomandazione è stata formulata dall’Accademia Americana di Pediatria per la prevenzione della morte in culla, SIDS. Infatti, alcune ricerche hanno dimostrato che il bambino che dorme con la mamma ha un sonno più superficiale rispetto a quando dorme da solo. E il sonno leggero rende il lattante più pronto a reagire a eventuali problemi, come rigurgito, coperta sulla faccia, ostruzione nasale… Quindi un sonno troppo profondo non sempre è il sonno migliore per il bebè. 

5 Se vi chiama di notte, andate da lui

I risvegli notturni di un bambino devono essere considerati un fatto assolutamente normale, che può durare fino ai cinque anni. In particolare tra l’8° mese e i tre anni il piccolo sviluppa la cosiddetta ansia da separazione. L’istinto naturale del piccolo cerca la vicinanza della madre, anche di notte. Quindi in questo periodo la risposta “sensibile” della madre al pianto del bambino, contribuisce a creare in lui la fiducia verso la mamma. E questo è alla base dello sviluppo del senso di sicurezza interiore e di un attaccamento sicuro. Alcune ricerche hanno dimostrato che i bambini che smettono di chiamare perché i genitori non accorrono (come previsto ad esempio dal metodo Estivill) in realtà non instaurano una buona regolamentazione del sonno, ma “sviluppano una rassegnazione intrisa di sofferenza che costituisce una deviazione dal percorso. Quasi tutti i bambini riprendono a dormire tranquillamente entro il terzo o quinto anno di età

6 Di giorno non tenetelo costretto sulla sdraietta, deve essere libero di muoversi

Come abbiamo già visto, la tranquillità della notte dipende moltissimo da come il bambino trascorre le ore di veglia. Per esempio un bambino che passa tutto il giorno bloccato su una sdraietta o in un seggiolone o in un ovetto, non ha la possibilità di sviluppare le sue esperienze motorie. Un piccolo durante il giorno deve essere lasciato su un piano d’appoggio piuttosto ampio  in modo che possa imparare a spostarsi da solo su un fianco o a strisciare… Mentre gli oggetti costrittivi bloccano il suo sviluppo. Sono mezzi comodi per l’adulto ma non rispondenti alla naturale evoluzione motoria del bambino. Un bambino costretto durante il giorno da questi mezzi impropri diventa stressato e facilmente il suo malessere si traduce in un dormire inquieto.

 7 Lasciatelo giocare da solo

Maria Montessori diceva: ”Le cure sono il compito dell’adulto; il gioco è il lavoro dei bambini”. Questo significa che l’adulto non deve intromettersi nei giochi dei piccoli, perché li impoverisce, sostituendosi a lui con meccanismi mentali diversi che rendono il bambino passivo.
“Se l’adulto agisce di continuo da protagonista nelle situazioni di gioco, il bambino non vive al proprio livello l’esperienza della libera scelta delle proprie azioni, del creare a suo modo. E questo ricade negativamente sulle necessità fisiologiche quotidiane, come sulle sue abilità mentali”. Il gioco, l’esplorazione, il mettersi alla prova, sono tutte attività che contribuiscono a rendere un bambino indipendente e un bambino indipendente riuscirà a gestire bene i suoi ritmi di sonno e veglia. Infatti, se di giorno passa del tempo giocando per conto suo gli sarà più facile di notte stare un po’ da solo nel silenzio.

 8 Non dategli il ciuccio appena piange

Il pianto di un bambino piccolo è acuto ed è predisposto dalla natura per far intervenire i genitori. Però non bisogna mettersi in agitazione o accorrere con un ciuccio per calmarlo. Basta fargli sentire che la mamma e il papà ci sono. Accarezzatelo, tranquillizzatelo con un abbraccio. Non cedete alla voglia di bloccare subito il pianto. Bisogna imparare a tollerare i suoi vagiti e capire di cosa ha davvero bisogno.
Offrire subito il ciuccio, anche in prevenzione del pianto, significa dare una risposta univoca a un malessere che un adulto non è in grado di interpretare.”Con il ciuccio sempre pronto, succhiare diventa l’autoconsolazione predominante e questo fissa il piccolo su un piacere orale molto limitato e ripetitivo che va avanti negli anni con anche effetti negativi sul linguaggio” spiega la pedagogista.
Il ciuccio semplifica la vita ai genitori, ma non è un vantaggio per i piccoli.
Un’altra pratica sbagliata è insegnargli a succhiarsi il dito. Se i un bambino non lo fa spontaneamente non bisogna anticipare un comportamento che non è necessario per forza. 

 9 Per farvi ascoltare siate gentili ma risolutivi

Il bambino ha bisogno di un binario sicuro sul quale procedere. Se un genitore dice sempre sì a ogni richiesta il piccolo si sentirà più potente del genitore e questo sentimento spaventa e fa arrabbiare. Un’altra cosa che rende il bimbo fragile è porlo davanti a scelte continue. Chiedere a un bambino: “ti va di andare a nanna?” significa dare un’immagine di genitore insicuro che rende il bambino a sua volta insicuro. Compito del genitore è decidere per il bene del piccolo. Ma molti hanno paura delle rezioni oppositive o di incorrere in capricci. Come fare per far sì di essere ascoltati? La soluzione: è parlare al piccolo in modo gentile ma risolutivo. Avere modi garbati ma fermi, senza scelte alternative, dà pace al bambino. Se al momento di andare a dormire, si dice tranquillamente “Ora è il momento della nanna” , il bambino percepisce che si tratta della ineluttabilità delle cose che vanno fatte quotidianamente e questo trasmette tranquillità.

 10 Se si sveglia per un brutto sogno alla mattina raccontate che anche voi avete avuto un incubo

Se il piccolo chiama per un brutto sogno è meglio non accendere la luce, ma semplicemente stargli vicino, in silenzio, accarezzandolo e facendogli sentire le vostre mani sul suo corpo…
Al mattino potete raccontare voi di aver fatto un brutto sogno che vi ha spaventato. Il bambino si deve ritrovare indirettamente in questo racconto, senza che nessuno alluda a ciò che ha vissuto. In questo modo il piccolo sente che quello che ha provato succede anche agli altri, perfino ai suoi genitori.